Valutazione attuale: 5 / 5

Stella attivaStella attivaStella attivaStella attivaStella attiva
 
Pin It

 

BARI - La quarantena ci ha obbligati in casa, e molti hanno approfittato del confinamento forzato per fare finalmente pulizia tra carte, documenti, riviste e libri, che negli anni si sono accumulati sugli scaffali delle librerie, nei bauli, negli scatoloni sopra gli armadi. E chi non è rimasto sorpreso per l’inaspettato affiorare in una foto, in una lettere, in un diario… di un caro caro?

È successo anche al mio amico Antonio Calisi, diacono della parrocchia cattolica di rito bizantino, San Giovanni Crisostomo di Bari. Niente di straordinario, ovviamente. Se non fosse che il suo “caro ricordo” non è solo suo, ma coinvolge centinaia di persone, anzi l’intera comunità diocesana di Bari-Bitonto: rispolverando un cassettone sono sbucate decine di audiocassette e tra queste alcune portavano a penna la dicitura: “Catechesi Magrassi”.

Tra il 1985 e il 1999, in nostro amatissimo e compianto arcivescovo, mons. Mariano Magrassi, tenne nella parrocchia di Santa Maria delle Vittorie (quartiere Carrassi), durante il tempo di Quaresima, ogni giovedì, un ciclo di catechesi che attirava fedeli da tutta la Diocesi. 

In quegli anni non esistevano i Social Network, e internet era ancora poco diffuso. Si ascolta musica con il walkman che i più “tecnologici” usavano per registrare le lezioni universitarie e ovviamente le imperdibili catechesi di padre Arcivescovo.

I più cirenei volenterosi, le sbobinavano pure. A noi piaceva solo registrarle per poterle risentire e continuare ad attingere a quella fonte inesauribile di sapienza che scaturiva dal suo grande cuore di pastore.

E ora eccole di nuovo qui, ritornate alla luce dopo 35 anni!

Non si badava a quei tempi alla precisione. I vecchi nastri mostrano solo frammentarie indicazioni. Solo su due di è indicato l’anno. Ci interessano i contenuti: tutte hanno il titolo della catechesi. I nastri erano mal messi e l’audio a tratti molto scadente, ma alla fine ne abbiamo recuperate 12. Le abbiamo digitalizzate e messe a disposizione di tutti.

Sperando di fare cosa gradita le pubblichiamo di seguito a puntate settimanali in questa pagina work in progress, e chiediamo, a chi ne fosse a conoscenza, di aiutarci a individuare con più precisione, giorno e anno in cui sono state proclamate, e a fornirci eventuali foto e ogni altra informazione sui contenuti, sulle circostanze, sulle persone che intervennero, alcune delle quali si possono ascoltare nelle domande poste alla fine della catechesi.

 

 

Di seguito l’elenco.

 

01 - “Il cuore penitente e il suo segno sacramentale convertitevi e credete al vangelo” 

NOTE

Emozionante ascoltare la voce del compianto p. Anastasio Filieri (OCarm) che introduce la catechesi con la lettura del Vangelo Secondo Marco (1,12-15). Purtroppo l’audio nei primi minuti è scadente a causa dell’usura del nastro: non siamo purtroppo riusciti a correggere il fastidioso altro e basso del del volume. Si accettano in merito suggerimenti e aiuti da chi è più esperto.

Padre Arcivescovo, in questa che probabilmente è una delle ultime sue catechesi pubbliche tenuta nell’ultimo anno del suo episcopato, si sofferma sul sacramento della Riconciliazione. Da ottimo liturgista e biblista, attinge a piene mani dalle indicazioni contenute nell’Ordo Paenitentiae e dall’inesauribile ricchezza della Scrittura. 

La riforma liturgica di questo sacramento prevede la proclamazione della Parola. Con la sua incredibile capacità di sintesi, Magrassi sentenzia: “Il Logos precede il Pathos, l’ascolto il pentimento”. Ma la pratica pastorale fatica a recepire questa importante raccomandazione. Pertanto, dopo una bellissima esposizione biblica, padre Mariano dal minuto 24 cerca di indagare le cause di questa difficoltà, suggerendo alcune soluzioni. Dal minuto 32 partono le consuete domande dei partecipanti e le puntuali sue risposte. A rompere il ghiaccio l’indimenticabile Luisa Colucci. A seguire Salvatore Schiralli (35.35), Cosimo, Franco, Isa ...

 

***

02 Le idee di forza e disposizioni interiori che guidano la lectio divina

 

NOTE

La catechesi è introdotta dalla lettura di Luca 4,16-21 (voce di p. Anastasio): Gesù, esegeta del Padre, dà avvio nella sinagoga di Nazareth alla sua missione.

“Bere dalla scrittura la salvezza per ardere spiritualmente”. Così un’antica regola monastica raccomanda la pratica della lectio divina. Pratica che il Concilio Vaticano II cita ben tre volte nei suoi documenti per estenderla a tutto il Popolo di Dio.

L’aggettivo “divina” può essere inteso in senso oggettivo - ad indicare l'oggetto appunto della lettura, il libro sacro  - e soggettivo, perché è Dio che istruisce. La lectio divina ha una struttura sostanzialmente dialogica.

Dopo aver spiegato con molteplici esempi tratti dalla tradizione patristica le disposizioni interiori che devono animarla, Magrassi si sofferma a lungo su alcune pagine di Sant’Agostino, il più grande dottore della Chiesa. La domanda che Gesù pone a Pietro: mi ami? è rivolta a ognuno di noi, e richiede una risposta personale. Questa è la lectio divina. Non mira a farci diventare più intelligenti ed accrescere la nostra fama, come spesso avviene nell'esegesi attuale, ma a farci attingere, bere appunto, alla pura sorgente della salvezza.

Si tratta di un dialogo d’amore che non finirà mai. Diceva Origene: “quando apro il libro mi sembra di entrare in un oceano con una fragile imbarcazione”.

Magrassi, all’inizio della catechesi accenna al fatto che le catechesi quaresimali vengono ridotte a tre (forse prima se ne facevano 4?) per esigenze di impegni in calendario.


Dopo il suo intervento, le consuete domande. Interviene Fernanda per esprimere le difficoltà che spesso incontriamo nel pregare con i salmi. Don Franco Fanizza fa notare un curioso errore nel testo della Dei Verbum sul foglietto stampato: anziché scrivere “conversare”, riferito a Dio, è scritto “convertire”. Ciò ovviamente potrebbe riferirsi all’uomo. E infatti la finalità della lectio è proprio la conversione. Argomento ribadito da Mimma, alla quale Magrassi risponde confessando che ciò che lo spinse alla conversione fu proprio la lettura di un brano biblico, il Salmo 15.

 

03 Lo spirito e le regole del dialogo comunitario norme per una serena e gioiosa convivenza comunitaria

NOTE

La magna charta del dialogo fraterno: Efesini 4,22-32, lettura dalla Traduzione interconfessionale in lingua corrente (Antonello Rizzo): “allora sapete quello che dovete fare…”. 

Il dialogo è esperienza fondamentale della vita sociale dell’uomo, ma anche difficile arte da apprendere affinché produca il frutto di una pacifica convivenza. Con questa catechesi, Magrassi cerca di definire la sua natura, di individuare i rischi e le difficoltà, esplicitando un possibile decalogo del suo esercizio. 

1. Mettersi in ascolto di Dio e del fratello. 2. Prendere sul serio ciò che dice l’altro, perché la verità è sempre vasta. Saper mettere in discussione le proprio convinzioni con apertura d’animo. 3. Avere fiducia nel fratello. La buona fede e la buona volontà dell’altro deve essere sempre presupposta. 4. Uscire da se stessi, superare il personalismo, saper sacrificare anche se stessi per il bene degli altri. 5. Non partire da una volontà di apologia, per difendere a spada tratta la proprio posizione. Non si dialoga per vincere. 6 Il giusto stile: franchezza, umiltà, rispetto, dico quello che penso, ma non credo di essere solo io intelligente, ed evito di ferire l’altro, con la spada del disprezzo e dell’ironia. “Fare la verità nella carità”, secondo la bella espressione paolina. 7. Penetrare con simpatia nel mondo dell’altro. Proverbio africano: se vuoi dialogare con il tuo fratello, cammina prima sette volte con le sue scarpe. 8. Mantenere lo stile giusto anche con l’interlocutore scorretto. 9. Non ritenersi mai troppo facilmente oggettivi: per quanto aperta sia la nostra mente, resta sempre angusta. Il più ci sfugge. Fare uno sforzo per cogliere altri aspetti in gioco. 10. Mettere da parte l’orgoglio, non ucciderlo, perché si dice che muoia due ora dopo la  nostra morte fisica, ma metterlo almeno in stato comatoso.

 

04 - “Il peccato e la colpa”

 

NOTE

Si apre con un lungo momento di ascolto della Parola (fino tratto al minuto 7:00) da Genesi 3, racconto della caduta, e altri brani biblici sul tema del peccato e della colpa. La lettura è fatta in modo dialogato con più voci narranti di cui riusciamo a riconoscere quella di Cesare Grassi, Antonello Rizzo, Salvatore Schiralli (voce narrante).

Padre arcivescovo dal minuto 7:07 legge “dal Vangelo Secondo Matteo”, (in realtà anche da Giovanni): il tradimento di Giuda e l'arresto di Gesù (Mt 26,14-16; Gv 18,1-5.12-14).  

La catechesi vera e propria inizia al minuto 9:25. Magrassi accenna al fatto che il giorno prima (“ieri”) erano Le Ceneri, particolare che ci permette di individuare il giorno preciso in cui fu tenuta: giovedì 9 febbraio 1989. In quell’anno l’arcivescovo non tenne la terza catechesi sul tema “Dal peccato alla grazia”, perché era a Roma.

Per individuare con esattezza il riferimento cronologico ci siamo serviti del bel libro a cura di Salvatore Palese e Michele Bellino, Mariano Andrea Magrassi. Arcivescovo di Bari-Bitonto (1977-1999) monaco, maestro, pastore, Edilpuglia 2014, p. 393, pubblicato in occasione del 10 anniversario della sua scomparsa. I curatori, nella seconda parte, p. 232-529, riportano il diario pubblico dell’arcivescovo dal 1977 al 1999, attingendo alla varie edizioni del Bollettino diocesano.

L’atto penitenziale compiuto il giorno delle Ceneri, nei primi secoli della Chiesa, era pubblico, e serviva ad ammettere al periodo della penitenza i pubblici peccatori, che venivano poi riammessi alla comunione con la Chiesa dal Vescovo il giovedì di Pasqua. L’attuale riforma liturgica ha esteso questo rito penitenziale a tutto il popolo di Dio, perché tutti siamo peccatori e abbiamo bisogno di riconciliarci con Dio.

La preghiera introduttiva riporta i tre grandi peccati della storia: l’omicidio di Caino, il tradimento di Giuda e il peccato del “santo” re Davide. E proprio sul salmo 50, la richiesta di perdono di Davide, Magrassi imposta il cammino catechetico di quaresima: In esso è descritto in modo completo il percorso di conversione. In questa prima catechesi si sofferma sul primo passo: “Il mio peccato mi sta sempre dinanzi” - la confessione della colpa.

Il mondo parla tanto del male in tutte le sue forma, ma non del peccato che invece è il senso e la punta del male. Senza il senso del peccato, il male diventa una “cosa” da dominare, e non invece qualcosa che inabita nel cuore dell’uomo, una realtà che, come dice San Tommaso, “ha una una certa infinità”, qualcosa che possiamo fare, ma non disfare.

Padre Mariano racconta un curioso aneddoto personale dei tempi del suo noviziato, relativo al versetto 6: “Contro te solo ho peccato”. Nel latino della Vulgata il versetto recitava Tibi soli peccavi. In quegli anni si cercavano delle traduzioni in italiano idonee per la riforma della Liturgia delle Ore, e gli fu chiesto dal maestro di noviziato di tradurre il salmo 50. Fu l’occasione di incontrare  Eugenio Pio Zolli, eminente rabbino di Roma, convertito dal Papa in persona al cattolicesimo, autore di una delle prime traduzioni dei Salmi in italiano, che gli disse: «la vostra Vulgata non è corretta quando traduce Tibi soli peccavi, perché fate di Davide un bugiardo. Egli sapeva benissimo di non aver peccato solo contro Dio, ma anche contro Uria e Betsabea». «E come andava tradotto?», riposte il futuro Vescovo di Bari. «Con Tibi solum peccavi», chiarì. Espressione che significa: davanti a te “io solo solo” peccato.

Quanto ancora abbiamo da capire sui Salmi, per pregarli correttamente!

 

05 - Dinamica del pentimento


 

NOTE

Si tratta della seconda e ultima catechesi quaresimale del 1989 di mons. Magrassi, datata 16 febbraio. Come abbiamo detto, padre Arcivescovo nn  tenne la consueta terza catechesi perché fu chiamato a Roma, come ricaviamo dal suo diario pubblico. Mentre la prima era impostata sul versetto 6 del salmo 50, “Contro te solo ho peccato”, questa si concentra sul versetto 5 “Il peccato è sempre dinanzi”, e si propone di indicare sulla struttura profonda del peccato.

Nella preghiera iniziale viene letto il rinnegamento di Pietro, Mt 26,69-75. Brano che suscita in padre Arcivescovo il ricordo del suo primo viaggio in Terra santa. Giovanissimo, si recò in una chiesa tenuta da preti francesi che si intitolava "In galli cantu". Una leggenda, bellissima per non essere considerata vera, narra che lì Pietro, a distanza di molti anni, ascoltando il canto del gallo, rinnovava il suo pianto. E i suoi occhi erano talmente scavati dalle lacrime che tutti potevano vedere il suo dolore per aver tradito Gesù. Un altro Vangelo (Lc 22,61) racconta che dopo il triplice rinnegamento, Pietro incrociò lo sguardo di Gesù. Uno sguardo pieno di amore, compassione e silenzioso rimproverò, che si conficcò per sempre nel suo cuore. Come ci sentiamo vicini all'umanità di Pietro!

Tuttavia, nella preparazione alla confessione, la nostra ammissione di peccato è piuttosto teorica. In questa catechesi "cercherò di darvi qualche consiglio pratico". Dopo aver esaminato nel salmo i termini ebraici che si riferiscono alla realtà del peccato (peshà = rottura dell'alleanza d'amore, hattà = sbagliare il bersaglio, a cui andrebbe aggiunto anche awòn), e i verbi del perdono (cancellare,  lavare, purificare), Magrassi riparte dalla sua esperienza diretta. "Non ho una storia di peccatore pubblico - dice - ma da benedettino o imparato dalla Regola che la finalità della vita monastica consiste nella conversione del cuore". Di solito la conversione muove da un evento che ci scuote, da una crisi di vita, o dalla Parola ascolta come rivolta personalmente a me e che mi fa prendere coscienza del limite, spingendo al desiderio di cambiare. Ecco, come diceva il cardinale Newman: "Convertirtisi è cambiare, e la santità è cambiare spesso".

 

06 - Il cuore nuovo di chi sempre incomincia

NOTE

È la seconda catechesi di quaresima del 1994, 24 febbraio. Il titolo completo, citato dalla voce di apertura è: “Il cuore nuovo di chi sempre incomincia: «che cosa devo fare?» - Il filo rosso che attraversa il testo”.

Il momento di preghiera iniziale è guidato da padre Arcivescovo. Il Vangelo di Matteo, l’incontro con l’uomo ricco (Mt 19,16-26), al minuto 4:00, è letto da padre Anastasio Filieri. La catechesi parte dal minuto 6:10. Si esamina il primo Capitolo dell’Enciclica di Giovanni Paolo II, “Veritatis Splendor” promulgata il 6 agosto 1993, che offre un commento completo proprio all’episodio evangelico proclamato.

 

***

 

07 -  La verità vi farà liberi

NOTE

Si tratta della terza e ultima catechesi quaresimale del 1994, tenuta il 3 marzo. Il titolo completo era: “La verità vi farà liberi - spirito mondano e spirito di Cristo

 

08 - Incontro con l'uomo sulla via della sofferenza

NOTE

Anche se l’audio è purtroppo molto basso e scadente, questa catechesi è dedicata ad un argomento molto importante e spesso trascurato in quaresima, quello della sofferenza. Non è stato possibile identificare l’anno. Ma questo insegnamento potrebbe essere stato dato nel 1993, anno in cui il Bollettino diocesano, stranamente, non esplicita i temi trattati.

 

09 - Il modello comunitario della chiesa primitiva la chiesa comunità di amore

NOTE

Anche se questo video è accompagnato da un fastidioso rumore di sottofondo, conserva un audio migliore. Dovrebbe trattarsi della catechesi tenuta il 19 marzo 1987. Titolo completo:  “Il modello comunitario della chiesa primitiva la chiesa comunità di amore”. La catechesi è preceduta dalla lettura degli Atti degli Apostoli.  Curiosità: mons. Magrassi duranto il suo intervento cita - per la prima volta credo - il suo lavoro giovanile, la tesi di dottorato su Ruperto di Deutz (autore del XII secolo): Teologia e storia nel pensiero di Ruperto di Deutz, Apud Pontificiam Universitatem Urbanianam de Propoganda Fide, Roma 1959 [1960], pp. 290.

 

10 - Mandati per che cosa? Ministeri e carismi

NOTE

È Sempre una grande emozione risentire la voce dell'amato padre Mariano. E in questo video l’audio è ottimo! La data di questa catechesi però è incerta. Mons. Magrassi la presenta come  “un’ultima” catechesi sul tema “Mandati per cosa”, e specificatamente a “ministeri e carismi”. Richiama l’esortazione apostolica post-sinodale sui laici, che sappiamo essere la “Chridifidelis laici” firmata il 30 dicembre 1988. Cosa che porrebbe la catechesi negli anni successivi. Ma non siamo riusciti a identificarla con certezza. Di certo mons. Magrassi affrontò il tema della missione del laicato nell’88 dopo il Sinodo sui laici, e questo potrebbe essere l’anno. Ma in questo caso la catechesi sarebbe avvenuta a Sinodo appena finito e prima della pubblicazione dell'esortazione apostolica, che del resto non cita mai con il suo titolo definitivo. Altra ipotesi potrebbe essere l’anno 1993 di cui non abbiamo i temi esplicitati nei bollettini diocesani. Chi avesse maggiori informazioni, ci aggiorni in merito.

 

11 - La dimensione comunitaria della catechesi

NOTE

È certa la data di questa catechesi: il 15 marzo 1990. SI tratta della seconda dell’anno dedicata a “La dimensione comunitaria della chiamata”, sottotitolo “Io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo” (Lv 26,12; Ger  7,23). La precedente dell’8 marzo fu dedicata alla dimensione personale della chiamata, e la successiva, quella del 22 marzo al “La sequela: Perché seguiate le mie orme (1Pt 2,21). Mons. Magrassi è esplicito: “Non sono chiamato per me stesso ma per una missione a servizio degli altri”. 

 

 

12 - Rendimi la gioia di essere salvato


NOTE

Quest’ultima catechesi di mons. Magrassi è una vera “chicca”, uno stupendo commento alla Parabola del Padre misericordioso, Lc 15,11-4. Sorprende e commuove - dice Magrassi -, l’annotazione del Padre che vide il figlio “quando era ancora lontano”, cosa che presuppone un padre sempre alla finestra, in continua attesa del ritorno del figlio. Questo è il nostro Padre celeste! La catechesi è stata dettata certamente l’11 marzo 1999. Chiaro il riferimento, infatti, a una “seconda catechesi” dedicata al tema della riconciliazione (anno 1999) e al terzo anno di preparazione al Giubileo del 2000 dedicato alla figura di Dio Padre, misericordioso. Interessante l’analisi terminologica dei termini del perdono. Il latino “misericordia”, un Dio che soffre per la “miseria” del nostro cuore. E in ebraico, i tre verbi Anon, Ahavah e Chesed che sottolineano rispettivamente tre dimensioni dell’amore divino, la gratuità, la tenerezza e la fedeltà.

 

Pin It

You have no rights to post comments