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Le nostre parashot (anche questa settimana sono due per via dell’anno lunisolare) si aprono con un avverbio temporale e un sostantivo terribile: “Dopo la morte”, Acharé Mot, אַחֲרֵי מוֹת Lv 16,1-18,30. Si ricorda infatti la tragica morte dei figli di Aronne che ubriachi si erano accostati al culto nel santuario, offrendo “un fuoco estraneo”. Mentre la parashà successiva, al contrario, si apre alla vita introducendo il cosiddetto “codice della santità”, Santi sarete…” Kedoshim, קְדֹשִׁים Lv 19,1-20,27.

Tutte le prescrizioni sulla santità infatti più che preservare un luogo sacro mirano a salvare dalla morte spirituale i credenti. Ricordiamo che luogo più santo del Santuario era accessibile solo al Sommo Sacerdote, che vi poteva entrare una sola volta all’anno nel giorno dell’espiazione, lo “Yom Kippur”. A separare il popolo dal Santo c’era una cortina impenetrabile. Questo velo è stato strappato finalmente dal Cristo, come insegna Eb 9, 24-28, e ora tutti i discepoli di Gesù possono presentarsi direttamente e liberamente davanti al trono dell’Altissimo.

Ce lo spiega Daniele Salomone nel suo commento, svelandoci anche il significato del capro espiatorio “Azazel”:

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Per lo studio della lingua ebraica, non ci stancheremo di ripeterlo, il primo esercizio resta la lettura diretta della Bibbia. Per questo consiglio di continuare la lettura in ebraico di Genesi, passando al capitolo 2, aiutati sempre dal nostro carissimo Daniele che ci dà un buon esempio, sulla suo profilo Facebook. Ci vuole può anche seguire il relativo commento parola per parola dei primi versetti, sul suo canale Youtube. 

Ma non trascuriamo la grammatica, e ritorniamo al nostro verbo. Partiamo dalla forma basilare, la prima coniugazione semplice, il “Qal” nella prima forma del perfetto, come avevamo introdotto nel contesto della parashà 20 (per le varie forme e coniugazioni e il loro intrecciarsi nella frase ebraica rimando alla mia nota metodologica).

In questa video-lezione, Giuseppe De Carlo ci spiega dettagliatamente (prima parte fino al minuto 9) la coniugazione del verbo forte כָטַל uccise:

 

Il perfetto si ottiene dalla forma radicale del verbo, aggiungendo come prefissi le forme abbreviate dei pronomi, che a questo punto è meglio ripassare:

Per facilitare lo studio e la ripetizione dell’intera coniugazione, riporto le schede del singolare e plurale:

Diamoci del tempo per motorizzare questa forma applicandola ai vari verbi forti che incontriamo e cominciamo a vedere alcuni quelli deboli, per notare i vari fenomeni di cambiamento, inversione e sostituzione di consonante.

Buona lettura e studio

שָׁלוֹם

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