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leggo i salmi e imparo l'ebraico
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Una nuova avventura sta per partire. Si tratta del nuovo corso gratuito di “Lettura ebraica della Bibbia”: “Leggo (prego) i salmi e imparo l’ebraico”. Lo annuncio in questo giorno molto particolare per la comunità ebraica, il Simchat Torah, “Gioia della Torah”, che quest’anno cade domenica 11 ottobre 2020, e dà inizio alla ripresa della lettura completa della Torah per l’anno 5781. Si ripartirà da  Bereshit/Genesi, perché lo studio della Torah non deve mai essere interrotto. 

Questa volta non riprenderemo la lettura delle 54 parashot settimanali, come abbiamo fatto l’anno scorso, ma accosteremo un altro libro biblico, I Salmi che gli ebrei considerano una sorta di “Torah orante”. Non è infatti un caso che i nostri fratelli maggiori lo dividono in cinque parti: I 1-41, II 42-72, III 73-89, IV 90-106, V 107-150. 

Ma proprio come l’anno scorso non partiremo dalla grammatica, ma dal testo. La riflessione grammaticale quando sarà necessaria, verrà data sempre a latere della lettura, come approfondimento. Spero di aver ormai sfatato definitivamente il pregiudizio che vuole l’ebraico una lingua difficile e morta. Non è difficile: è sufficiente conoscere 400-500 parole e pochissime regole grammaticali per cominciare a leggerla e a capirla per il 75%. E non è affatto morta, perché ancora oggi, arricchita da migliaia di altri vocaboli e ulteriormente semplificata nelle strutture grammaticali, si parla in Israele. Ma su questi aspetti torneremo nel corso del nostro studio, perché non c’è ostacolo più grande nell'apprendimento della lingua biblica che restare prigionieri di pregiudizi tanto infondati quanto diffusi.

Sistematica sarà quindi la lettura non lo studio della grammatica. L’unico requisito richiesto è la costanza. Dobbiamo impegnarci anche solo mezz’ora al giorno, ma ogni giorno! 

Per capire in pratica il nostro metodo dobbiamo rifarci a un episodio significativo contenuti nella Bibbia stessa.  Siamo nel capitolo 8 di Neemia. Dopo il ritorno di Israele dall’esilio babilonese, lo scriba Esdra rinnova l'Alleanza tra Dio e il popolo proponendo una lettura pubblica della Torah. Gli israeliti aveva praticamente dimenticato sia l’esistenza di questi libri che la lingua in cui furono scritti (un bel commento a questo episodio di Paolo De Benedetti).  La lettura avviene nell’arco di una intera giornata.

Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava in luogo più eminente; e, come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedì il Signore, l'Iddio grande, e tutto il popolo rispose: Amen, amen, alzando le mani; e si inchinarono e si prostrarono con la faccia a terra davanti al Signore. Jeshua, Bani, Scerebia, Jamin, Akkub, Shabbethai, Hodia, Maaseia, Kelita, Azaria, Jozabad, Hanan, Pelaia e gli altri leviti spiegavano la legge al popolo, e il popolo stava in piedi al suo posto. Essi leggevano nel libro della legge di Dio a brani distinti e ne spiegavano il senso, per far capire al popolo quel che s'andava leggendo". (Ne 8, 5-8)

Leggeremo quindi anche noi in ebraico i 150 Salmi, uno alla volta e in piccole parti, “a brani distinti”, come dice il racconto, e ne daremo subito la traduzione per capirne il senso. Ma poi ritorneremo sul testo ebraico per impare le parole e recuperarne la radice ebraica. Non siamo in una situazione molto diversa o più difficle del popolo ebraico al tempo di Neemia. Anche loro, come noi, avevano perso la confidenza con la lingua sacra (parlavano aramaico), ma pian piano con la pratica, in poco tempo, ogni ebreo riuscì ad riascoltare direttamente la voce “originaria” di Dio.

Le nostre lezioni non avranno più una cadenza settimanale, come con le parashot proposte l’anno scorso, anche se settimanalmente verranno riproposte per recuperare indicazioni, suggerimenti e strumenti lì consigliati. Malgrado però la loro aperiodicità, che spero non superi mai i 15 giorni, cercherò di dare tutti gli elementi per lo studio che costantemente dovrà essere fatto, appunto mezz'ora al giorno. L’ebraico non è difficile, così come lo studio della Bibbia, ma non esiste un metodo “miracoloso”, solo la “perseveranza” porta il frutto sperato

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שָׁלוֹם

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