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La Bibbia è il libro più famoso e tradotto del mondo, conserva il primo posto indiscusso tra i long seller di sempre. Ma purtroppo è anche il meno conosciuto. Innumerevoli poeti e artisti lo citano o vi alludono nella scelta di parole, colori e forme; molti lo consultano per i più disparati scopi non solo religiosi; ma pochissimi l’hanno davvero letto da cima a fondo, versetto dopo versetto. Lo constatava già nel 1982 il critico letterario canadese Northrop Frye nel suo The Great Code: The Bible and Literature, dopo aver analizzato l'enorme influenza che la Bibbia ha esercitato sulla letteratura mondiale, tanto da essere definito da William Blake, appunto, “Il Grande Codice della cultura occidentale”: “la maggior parte dei lettori desiste appena giunto alla metà del Levitico”.

Noi invece siamo riuscito ad andare oltre, completando la lettura proprio del più ostico libri biblici, il Levitico appunto. E lo abbiamo fatto accompagnati e sostenuti dalla tradizione che quel libro, e tutti gli altri,  ha prodotto e commentato nel lungo arco della sua storia: quella ebraica. Lo abbiamo fatto leggendo porzione per porzione, le 54 parashot che gli ebrei leggono ogni sabato, i primi cinque libri (Pentateuco) della Torah: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. E per quest’anno, siamo giunti al giro di boa, avendo superato lo scoglio più insidioso. 

E lo abbiamo fatto da cristiani, consapevoli che è la Radice a portare i rami e non viceversa, che Gesù era, è e resta ebreo, e che non è venuto a sostituire l’Antica Alleanza, ma a darne compimento. Per questo, la lettura è stata accompagnata da uno studio graduale e progressivo della lingua ebraica e accogliendo con entusiasmo l’apertura che molte comunità ebraiche messianiche negli ultimi anni stanno avendo verso il riconoscimento del Yeshua HaMashiach, di Gesù Messia. 

Ci resta ancora da fare un lungo cammino, ma il grosso è fatto. Chi si fosse messo in cammino con noi solo di recentemente può recuperare le tappe già percorse seguendo l’indice degli articoli pubblicati. Ma non conta il punto da cui si decide di partire, l’importante e andare avanti e ripercorrere tutti i testi fino alla fine, e magari riprendere il ciclo, senza stancarsi, perché la Bibbia non smette mai di rivelarci cose nuove ad ogni rilettura.

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