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inaugurazione del prototipo di apparecchio Radiopirex
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BARI (20 luglio 2020) - Guglielmo Marconi è celebrato per la scoperta delle onde radio e per l’invenzione della telegrafia senza fili (Bologna 1895), antesignana del nostro wireless. Ma forse pochi sanno che il Premio Nobel per la fisica (1909) fu anche l’inventore della prima forma di “radioterapia”, la “Marconiterapia”, appunto.

A ricordarcelo è Ornella Giarletti, curatrice della “Mostra Nazionale della Radio e della Filatelia marconiana”, una delle più complete e inedite collezioni marconiane del mondo. E lo fa con un lancio di stampa [foto], oggi, in occasione del’83° anniversario della scomparsa del noto fisico, avvenuta a Roma il 20 luglio del 1937.

Dalla sua vastissima collezione, oltre mille pezzi tra macchinari e documenti, Giarletti ci consegna una rara e inedita foto dell’inaugurazione del prototipo di apparecchio Radiopirex alle prese con il primo paziente. Questa macchina,  della General Elettric, dispositivo Leroy, fu realizzata dalla Casa Rangoni e Puricelli [foto copertina].

Sfruttando i campi elettromagnetici con frequenza 27,12 MHz a onde corte, cioè fino a 11 metri, Marconi infatti intuì subito i benefici che ne potevano derivare nel trattamento delle forme reumatiche e nelle artropatie di tipo degenerativo. Il suo primo esperimento fu condotto nel 1916. In seguito fu lo scienziato italiano Vittorio Merigliano, attraverso una serie di congressi tenuti da febbraio ad aprile 1936, a diffondere la nuova prassi terapeutica, proponendo che venisse chiamata, in onore del suo inventore, Marconiterapia. La proposta ebbe ampio consenso in ambito internazionale, tanto da essere sancita ufficialmente dall’Accademia medica lombarda e di Vienna.

E questa tecnologia è ancora oggi largamente utilizzata in medicina non solo nel campo terapeurico, con l’attuale Radarterapia e l’Ipertemia oncologica, ma anche in sala operatoria con gli elettrobisturi e nell’ablazione cardiaca, e soprattutto nella diagnostica, con la diffusissima Risonanza magnetico nucleare.

Il mondo deve molto a Marconi. E anche la città Bari è particolarmente legata a lui. Fu il capoluogo pugliese infatti a vedere realizzato il primo ponte radio con l’altra sponda dell'Adriatico, il 3 agosto 1904, che dette il via ufficialmente alle telecomunicazioni internazionali

Queste e tante altre testimonianze marconiane sono custodite nel “Museo Giarletti”, ma ahimè giacciono ancora sepolte in numerosi scatoloni e faldoni in attesa di uno spazio degno e adeguato alla sua libera fruizione.

E allora, nella speranza che la città si decida a dare al Museo la rilevanza pubblica che merita, è giusto ricordare Guglielmo Marconi, almeno oggi, in occasione del 83° anniversario della sua scomparsa, lui l'inventore del nostro futuro. 

Salvatore Schirone

 Comunicato Stampa - Giarletti

Il Corriere della sera il 21 luglio del 1937 riportò la triste notizia della morte di Marconi intitolando a tutta pagina: “Lutto universale per la morte di Guglielmo Marconi”. E nello stesso giorno uscì con una edizione straordinaria per raccontare i funerali solenni celebrati alla presenza di tutte le autorità. Un tributo unanime e universale di riconoscenza verso il grande inventore italiano. 

Pubblichiamo di seguito le due pagine del Corriere.

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