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La Parashà “Bo”, “Entra”, Es 10,1-13,16, riparte dall’ottava piaga: l’invasione delle cavallette. E si apre con questo strano invito di Dio a Mosè: “Entra dal Faraone”. La Bibbia Cei più semplicemente traduce “vai dal Faraone”, ma il verbo בּוֹא letteralmente significa “entrare”. Considerando ciò che segue, molto probabilmente, il comando del Signore non riguarda semplicemente un recarsi al cospetto del Re, ma quello di provare ad entrare nelle sue intenzioni più intime per saggiare fino in fondo la sua ostinazione, e sperimentare in prima prima persona sua caparbietà e durezza di cuore. 

Un semplice cambiamento nell’ordine delle lettere ebraiche accomunano la parola Faraone פרעה a Cervice ערפה Il Faraone ha la testa dura. Come pure il cuore, altro termine che si ripete spesso in questi versetti (ben 850 volte in tutta la Bibbia): לב.

Ogni volta che anche noi mostriamo poca empatia nei confronti del disagio del fratello, induriamo il nostro cuore, e siamo affetti dalla “sindrome del Faraone”, la “sclerocardia” denunciata da Gesù. In questo caso solo Dio potrà operare il necessario trapianto cardiaco, come dice Ezechiele, e sostituire “il cuore di pietra con quello di carne” (Ez 36,26).

Questo ed altro ci spiega Daniele Salamone nella sua consueta Parashà:

 

 

Di seguito propongo la mia personale lettura e traduzione del primo versetto, Es 10,1:

 

Per ascoltare invece una pronuncia più precisa in stile sefardita, ecco il file audio dell’intero capitolo 10 di Esodo. Il nostro primo versetto è letto dal secondo 0 al secondo 16.

***

Per lo studio della lingua, dopo aver visto i sostantivi, ritorniamo ai suffissi, studiando un particolare tipo di suffissi: i pronomi personali. Ce li spiega molto bene Giuseppe De Carlo in questo video: 

Si tratta della 12ma lezione. Come al solito consiglio di vedere anche le altre sul suo canale e di iscrivervi.

Shabbat shalom

שַׁבָּת שָׁלוֹם

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