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BARI (16 novembre 2017) - Non basta un’accorata esortazione, anche se viene dal Papa in persona. Non basta ricevere in regalo una copia nuova di zecca preziosamente rilegata (meglio porla in bella vista sullo scaffale del soggiorno, piuttosto che rischiare di sgualcirla sfogliandola!). Non basta aver frequentato qualche ora di catechismo o aver orecchiato distrattamente a messa qualche suo versetto. Per poter affermare di conoscere davvero la Bibbia bisogna aver affrontato direttamente, personalmente e integralmente la sua lettura.

Non è facile. Molti ci provano, ma alla prima difficoltà desistono. E la Chiesa di certo non aiuta. Occupata in sacramenti, prediche e catechismo, poco o nulla fa per “iniziare” il cristiano adulto alla lettura personale della Sacra Scrittura. Eccezion fatta per qualche volenteroso appassionato di scienze religiose, spesso autodidatta, la stragrande maggioranza dei fedeli resta per tutta la sua vita completamente a digiuno. Diciamolo senza tema di smentita, il cattolico medio è ancora oggi, malgrado la grande svolta del Concilio Vaticano II (1965), sostanzialmente un analfabeta biblico.

Una “iniziazione alla Bibbia” è quindi necessaria, non solo per trovare le ragione della proprio fede e saperne dare conto a chi ce lo chiede (cfr. 1Pt 3,15), ma anche più laicamente, per saper interpretare correttamente la nostra cultura che nel "Grande Codice dell'occidente" (Northrop Frye) da secoli attinge immagini e valori, linguaggio e sapienza.

È interessante che oggi ad occuparsi seriamente della Bibbia non siano i cosiddetti “praticanti”, ma i “lontani”, i “non più cristiani”, addirittura gli atei. Da essi sale oggi la richiesta di iniziazione biblica. Cresce il numero di coloro che umilmente cercano strumenti culturali ed esperti in grado di accompagnarli nella lettura della Bibbia per essere introdotti in modo intelligente nella sua comprensione, libera da ogni condizionamento ideologico e religioso.

A queste persone mi rivolgo, non ai cristiani sedicenti praticanti che” credono” acquisita la conoscenza biblica, Hegel metteva giustamente in guardia sul fatto che spesso “ciò che è noto non è conosciuto”.

Bene allora partiamo. Per leggere la Bibbia in fondo ci vogliono due prerequisiti fondamentali: l’umiltà, il socratico, “sapere di non sapere”, e la perseveranza, decidere di leggerla tutta, un po’ alla volta, senza scoraggiarsi davanti alle inevitabili difficoltà di un testo antico e lontano da ogni forma di letteratura conosciuta e frequentata.

Non ci serve sapere tante cose intorno alla Bibbia (parleremo più avanti di sussidi e strumenti per approfondire) - queste conoscenze introduttive possono diventare addirittura un ostacolo -, ma solo avere il coraggio di prendere in mano il testo e leggerlo direttamente. Tolle lege”, prendi e leggi! fu la voce misteriosa di un fanciullo che Agostino ascoltò per caso durante un momento difficile e cruciale della sua esistenza. Lo racconta nel capitolo VIII del sue “Confessioni”. Aprì la Bibbia a caso (nella fattispecie l'epistolario di Paolo) e vi lesse il versetto che gli cambiò la vita.

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: "Prendi e leggi, prendi e leggi".

Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte.

Arginata la piena delle lacrime, mi alzai.

L'unica interpretazione possibile era per me che si trattasse di un comando divino ad aprire il libro e a leggere il primo verso che vi avrei trovato.

Avevo sentito dire di Antonio che ricevette un monito dal Vangelo, sopraggiungendo per caso mentre si leggeva: "Va', vendi tutte le cose che hai, dàlle ai poveri e avrai un tesoro nei cieli, e vieni, seguimi". Egli lo interpretò come un oracolo indirizzato a se stesso e immediatamente si rivolse a te.

Così tornai concitato al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi. Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi.

Diceva: "Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo né assecondate la carne nelle sue concupiscenze".

Non volli leggere oltre, né mi occorreva.

Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

(Le Confessioni 8, 12, 29)

Ecco il primo passo: prendi la Bibbia e comincia a leggere. Non importa quale versetto. Non sei tenuto a partire dalla prima pagina. La Bibbia contiene ben 73 libri, inizia da dove vuoi. Ma prendi la Bibbia impolverata che hai dimenticato nella tua libreria, aprila e leggila. Un poco al giorno, ogni giorno. Anche un solo versetto al primo risveglio, prima di incominciare la giornata lavorativa o prima di coricarti.

Se dopo qualche settimana la tua curiosità non si è spenta, anzi è cresciuta, beh allora ne riparliamo. Vieni qui sul mio sito e continuiamo insieme l’avventura.

Buona lettura.

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